Garudasana, la posizione dell’aquila o anche “del re degli uccelli” è una posizione yoga sia di equilibrio che di torsione.
Significati, simboli ed etimologia
Visnu (uno dei tre principali dèi dell’induismo) cavalca il possente uccello cui è dedicata questa posizione: è un avvoltoio possente, un “rapace di fuoco”, a volte rappresentato con corpo umano. Il suo nome è Garuda e uccide i serpenti.
Benefici
La posizione dell’aquila tonifica gli organi all’interno del bacino; elasticizza le giunture; aumenta la forza fisica e mentale; migliora il tono degli organi addominali, soprattutto fegato e milza; rinforza i piedi, apre le scapole.
Controindicazioni
È un’asana da evitarsi in menopausa e nel periodo mestruale se il flusso è abbondante; sconsigliata a chi ha problemi ai menischi e alle caviglie.
Esecuzione
- In piedi, scaricare il peso del corpo a sinistra e accavallare la gamba destra sulla sinistra, piegandola per riuscire a mettere il piede dietro al polpaccio, agganciandosi;
- allungare le braccia di fronte e incrociare il braccio destro sul sinistro;
- poi piegare i gomiti tenendoli all’altezza del cuore e incrociare anche i polsi, fino a unire le mani tra loro, anche se parzialmente;
- infine il pollice della mano sinistra preme il punto sotto il naso;
- gli occhi possono essere aperti.
- Tenere la posizione per 4-7 respiri, tornare e ripetere dall’altro lato per lo stesso tempo.
- Ripetere tutto il ciclo altre 2 volte, aumentando ognuna di 1-2 respiri.
Varianti
Per imparare la posizione, si può dividerla in due parti: prima la sola posizione delle braccia, lasciando le gambe unite e piegate, senza accavallarle; poi la sola posizione delle gambe, tenendo le braccia semplicemente nella posizione “namaste” (mani giunte di fronte al petto, gomiti piegati). Infine, quando si sta in equilibrio senza problemi, si può completare la posizione come indicato. Dopo una pratica sufficiente dell’asana eretta, ci si può misurare con la versione perfezionata, descritta qui sotto.
Perfezionamento
Dopo aver preso la posizione, piegare ulteriormente le gambe, finché il gomito del braccio che sta sotto si appoggia sul ginocchio della gamba che “regge” tutta la posizione.
Asana, Swami Kuvalayananda, Macro Edizioni
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