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Il pranayama è il controllo del soffio vitale: non solo quindi del respiro, ma del prana, l’energia che scorre attraverso il corpo sottile.
L’esercizio del pranayama è composto da una serie di cicli di respirazioni e solitamente si pratica dopo l’esecuzione delle asana e prima della meditazione.

Prana e Pranayama: respiro e controllo

Il prana è l’energia vitale che permea tutto il cosmo; è l’anima universale che si materializza nel respiro. Il pranayama è la tecnica di controllo e sospensione del respiro che ha il fine di concentrare e canalizzare il prana attraverso dei canali energetici chiamati nadi. Inspirando assorbiamo prana, espirando lo distribuiamo.
Le tecniche di pranayama sono varie – alcune comportano la respirazione a narici alternate, altre delle respirazioni sonore, altre infine delle espirazioni energetiche.
Normalmente respiriamo quindici volte al minuto. Nel pranayama controlliamo il flusso respiratorio rallentandolo a un respiro al minuto o aumentandolo a centoventi respiri al minuto

Come si pratica il pranayama

Nella pratica del pranayama è previsto l’uso di simboli (mudra) e di contrazioni” o “chiusure (bandha).
Un mudra consigliato per il pranayama quella della conoscenza (jinanamudra): l’indice si avvicina al pollice, come a formare un anellino; le altre dita restano rilassate naturalmente; i dorsi delle mani sono appoggiati sulle cosce.

Bandha significa anche blocco; nella pratica del pranayama i bandha sono molto importanti, ma sono tecniche avanzate, che necessitano di molta pratica e di una guida esperta. Per molto, molto tempo, potremo praticare il pranayama senza applicare i bandha. Quando avremo acquisito sufficiente confidenza e conoscenza del pranayama, potremo cominciare a aggiungere i bandha.

Quando si pratica il pranayama

Il pranayama va eseguito almeno mezz’ora prima di un pasto, 4 ore e mezza dopo un pasto completo; dopo un pasto leggero possono bastare 2 ore. Lo stomaco deve essere completamente vuoto. Per cominciare si può praticare 2 volte al giorno, mattino e sera; pranayama va eseguito sempre dopo gli asana e prima di qualsiasi pratica di meditazione.

Le tecniche più stimolanti (come kapalabhati) vanno bene al mattino, quando i canali energetici sono più equilibrati; le tecniche più calmanti (come brahmari o ujjayi) possono essere eseguite la sera.

Le tecniche di pranayama vengono proposte in un numero variabile di ripetizioni, e in tempi diversi di inspirazione, espirazione, trattenimento. Cominciamo col dire che all’inizio è meglio evitare del tutto il trattenimento del respiro (kumbhaka), rimandandolo a quando avremo confidenza con le due fasi – espiro e inspiro – che compongono il respiro così come lo conosciamo.

Il pranayama ha immensi benefici, e proprio per questo, va affrontato con altrettanto immensa cautela.


 

Pranayama, Swami Kuvalayananda, Macro Edizioni

Swami Kuvalayananda è stato il primo ad iniziare e promuovere la ricerca scientifica applicata agli aspetti tradizionali dello yoga. Il suo lavoro verrà sempre ricordato nel mondo yogico. Pranayama è tuttora considerato il libro migliore su questo argomento. Pranayama contiene le tecniche descritte nel modo più sistematico e scientifico possibile, in un linguaggio semplice e chiaro. L’opera contiene disegni e foto originali impagabili che accompagnano la lettura

 

Commenti

3 Comments

  1. luisa corvarola sarti
    17 Novembre 2016 @ 11:29

    GRAZIE <3

  2. luisa corvarola sarti
    17 Novembre 2016 @ 11:29

    GRAZIE <3

  3. YAMA e NYAMA in breve – STUDIOSINTESI
    7 Giugno 2018 @ 16:33

    […] Pranayama Il controllo del respiro ha l’obiettivo di concentrare e far risalire l’energia dalla base della colonna vertebrale verso la sommità del capo. […]

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