Chiunque vi dirà che è molto difficile praticare yoga da soli. Nemmeno chi insegna riesce, pur volendolo, a praticare regolarmente a casa propria. Gli ostacoli sono molti: gli impegni, il fatto che a casa magari non c’è un luogo protetto dove nessuno ci disturbi, può suonare il telefono, e più in generale non si riesce a ritagliarsi un “momento tutto per sé” (come Virginia Woolf diceva della “stanza”).
Per riuscire occorre prima di tutto inserire lo spazio dello yoga all’interno della routine giornaliera.
1. Crea una routine
Così come riusciamo sempre a trovare il tempo per lavarci i denti o per preparare da mangiare, altrettanto dovremmo fare con il momento dello yoga. Per questo è meglio che all’inizio questo momento sia breve, 10-15 minuti al massimo: con il tempo, casomai, potremo aumentarlo, ma intanto non saremo frustrati per non aver trovato un’ora di tempo per la pratica personale.
Partiamo dunque con un profilo basso, sulla base dell’accontentarsi (santosa, che fra l’altro è una delle indicazioni – yama e niyama – sulla condotta di vita proposte da Patanjali nel suo fondamentale testo, gli Yogasutra).
Gli Yogasutra di Patanjali sono la principale base teorica e spirituale di una lunghissima tradizione di pratiche filosofiche e visioni del mondo che si sintetizzano nella parola yoga parola yoga. Il testo contiene duecento aforismi, tratta di ascesi, meditazione e del percorso da seguire per ottenere un’autentica conoscenza e padronanza dell’esperienza di sé.
2. Scegli il luogo e il momento giusti e attieniti con regolarità
Scegliamo un luogo tranquillo, senza distrazioni né odori particolari, che sia sempre lo stesso. Questo donerà stabilità e sicurezza alla pratica. La regolarità (abhyasa) è una delle garanzie del successo: meglio mezz’ora ogni giorno alla stessa ora che due ore ogni tanto.
L’ideale sarebbe poter praticare all’aria aperta, o almeno in una stanza ventilata, di sicuro dopo aver cambiato l’aria. Senza scarpe, con un abbigliamento comodo, nuovo (cioè diverso dal solito, dedicato allo yoga) e a stomaco vuoto. Respireremo dal naso, se non diversamente indicato, per questo ci soffieremo il naso prima di iniziare, così come avremo vuotato intestino e vescica.
Il momento migliore è il mattino, prima di colazione, quando la mente è più tranquilla. O la sera, prima di cena, e in questo caso eseguiremo gli esercizi di rilassamento per primi.
3. Scegli una sequenza adatta a te
Scegliamo le sequenze che si adattino al nostro organismo, all’esser uomo o donna, all’ora del giorno, alla stagione, all’umore del momento.
Anche in questo caso è meglio partire con poche aspettative e senza esagerare.
Sarebbe bello che questo momento si ripetesse ogni giorno, sempre alla stessa ora, nello stesso posto, con lo stesso tipo di vestiti, per creare una cara abitudine. Teniamo conto che ognuno di noi è diverso e giacché abbiamo il privilegio di crearci una lezione apposta per noi, usiamola! Se una posizione ci risulta difficile, per il momento scegliamone un’altra: potremo tornare su quella dopo un po’ di giorni di pratica.
4. Concentrati sul presente e non temere!
Se praticando dovessero affiorare emozioni (paura, rabbia, gioia) non spaventarti e prosegui.
Lo yoga libera, tramite i movimenti delle posizioni, emozioni memorizzate nel corpo fisico: è tutto normale, respira. Cerca di stare nel momento presente: penserai dopo al lavoro che ti aspetta, ai bambini da accompagnare a scuola, alle faccende domestiche… in questo momento il tempo è tutto per te, ed è il presente.
Cerca di non pensare che vorresti essere diversamente da come sei, col corpo più flessibile, col respiro più profondo, o com’eri quando eri più giovane… comprendendo il momento presente si potrà progredire.
5. Sii costante: con la disciplina arriva anche la fiducia in sé.
La mancanza di disciplina e di fiducia in sé stessi possono rappresentare degli ostacoli. Il primo si risolve inserendo la pratica in una routine quotidiana, come abbiamo già detto. La fiducia in sé verrà… praticando disciplinatamente!
Se saremo partiti da un punto possibile per noi, senza strafare, senza pensare di fare ogni giorno un’ora di pratica, senza avere ambizioni sconsiderate, sarà più difficile rimanere delusi. Ricordiamoci che le aspettative sono le madri di tutte le delusioni.
6. Prendi spunto dai corsi che hai frequentato.
Puoi scegliere alcune posizioni dalle lezioni che frequenti (se ne frequenti), quelle che ti piacciono o che ti ricordi meglio. Puoi anche chiedere all’insegnante di lasciarti scrivere una sequenza che ti è piaciuta particolarmente – alle mie lezioni molte allieve, all’uscita, si prendono un foglio e si scrivono i nomi delle posizioni, poi vanno a casa e ne ripetono qualcuna.
Più in generale, per creare una propria lezione, si può seguire uno schema in 5 momenti:
- Essere consapevoli
- Riscaldare/preparare
- Cuore della lezione (una posizione)
- Compensazione (un’altra posizione)
- Rilassamento finale, pranayama/meditazione
7. Fai dello yoga uno stile di vita.
È auspicabile che la pratica non sia necessariamente solo “sul tappetino”, ma diventi parte della nostra vita: sapremo così esercitarci a respirare consapevolmente mentre aspettiamo fermi ad un semaforo; potremo stare con la schiena in un certo modo mentre aspettiamo in coda all’ufficio postale; sapremo come fare a migliorare l’equilibrio viaggiando sul tram o come tenere nella maniera migliore le braccia sul manubrio della bici mentre pedaliamo.
Una cosa che faccio spesso è la recita di un mantra: “Rilasso le spalle”. Non avete idea di quante volte teniamo le spalle contratte inutilmente! Sto lavando i piatti? E perché ho le spalle all’altezza delle orecchie? Sto scrivendo al computer, come in questo momento, e tengo le spalle su? Invece: abbasso i gomiti, apro le spalle e le abbasso. Scrivo anche meglio!
Con l’ascolto – regola prima dello yoga – con la pazienza, con la ripetizione, con la non-violenza, piano piano i comportamenti apparentemente solo corporei diverranno la regola, saprò sempre quali muscoli usare effettivamente e quali rilassare, per una più equa distribuzione dell’energia, senza sprecarla e mandandola solo dove serve.
8. Fai di un libro il tuo “compagno di stuoia”.
Puoi affidarti a buoni libri, manuali validi e a sequenze preconfezionate che ti sembrano adatte: ti saranno molto utili.
Tuttavia la pratica ti dirà di te molte più cose di mille corsi e mille libri. Stai con te, pratica, ascolta, osserva, ricorda, pratica, pratica, pratica… e vedrai!
Se usi un libro, non tralasciare di leggere le Avvertenze generali, prima di avventurarti in posizioni che ti hanno attirato visivamente!
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