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I libri di Thich Naht Hahn (T.N.H.) vanno letti come una meditazione in azione, ossia con la stessa attenzione radicale e presenza totale che ritorna in tutti i suoi scritti. A prescindere dall’argomento trattato (sia esso l’amore, la paura o la comunicazione), si ritorna sempre al punto di origine: a noi stessi.

“La propria casa è il luogo dove la solitudine svanisce… Casa nostra è dentro di noi”.

La comunicazione con noi stessi è dunque il presupposto per la comunicazione con gli altri. Comunicando con noi stessi, attraverso il non-pensiero e la non-parola, entriamo in contatto con la nostra stessa sofferenza (e quella irrisolta dei nostri antenati). Facciamo di tutto per distrarci, fuggire ed evitare l’intima sofferenza di solitudine, paura, o ansia. Appena ci fermiamo a respirare, essa però viene a galla. La sofferenza interiore tuttavia è funzionale. Ci ricorda T.N.H.: “Tornare ad ascoltare e a comprendere la nostra sofferenza fa nascere la compassione e l’amore… e immediatamente soffriamo di meno”. A questo punto siamo pronti per aiutare e amare gli altri.
Le chiavi per comunicare con gli altri sono due: l’ascolto profondo e la parola amorevole. Una comunicazione basata sulla verità e sulla “parola retta” si fonda su quattro principi: “dire la verità”, “non esagerare”, “essere coerente” e “usare un linguaggio pacifico”, ed è caratterizzata da quattro criteri:

  1. Parlare il linguaggio del mondo, ossia comprendere come gli altri vedono il mondo
  2. Parlare in base al modo di percepire della persona che ascolta
  3. Adattare ciò che si dice al retroterra dell’altro
  4. Riflettere la verità assoluta con un linguaggio concreto 

T.N.H. reitera, inoltre, i sei mantra della parola amorevole che sono alla base di ogni relazione: “ti voglio bene”, “sono qui per te”, “so che ci sei e sono molto felice”, “so che stai soffrendo e sono qui per te”, “sto soffrendo, per favore aiutami”, “questo è un momento difficile” e, quando qualcuno ti loda o ti critica, “in parte hai ragione”. 
Un capitolo interessante è la comunicazione in situazioni difficili, per esempio, quando si è sopraffatti dalla rabbia e dall’orgoglio. “Quando si manifesta la rabbia, vogliamo affrontare la persona che riteniamo esserne la fonte. Ci interessa di più chiarire le cose con l’altro, piuttosto che prenderci cura della questione più urgente, che è la nostra stessa rabbia. Siamo come qualcuno che ha la casa in fiamme e si mette a dare la caccia al piromane invece di tornare indietro ed estinguere il fuoco. Nel frattempo, la casa continua a bruciare”.
Ho trovato inoltre molto utili le riflessioni di T.N.H. sulla comunicazione consapevole in ambito lavorativo e, in particolare, i suoi consigli pratici su come si dovrebbe condurre una riunione. Spesso le riunioni sono viste come una perdita di tempo. Quando lavoravo in azienda, alla fine di ogni riunione, i miei colleghi esclamavano in tono scherzoso: “Ora possiamo tornare a lavorare veramente”. Si era persino implementata una politica per ridurle al minimo. In realtà, ritengo che il confronto e l’intelligenza collettiva siano importanti per trovare soluzioni creative, ma in troppe situazioni mi è capitato di assistere a meeting conflittuali, confusionari e quindi poco produttivi. T.N.H. sostiene infine che, per creare vero cambiamento sociale, la comunicazione consapevole dovrebbe essere estesa a tutta la comunità.

Compassione e meditazione

Il libro termina con alcune “Pratiche per la Comunicazione Compassionevole”. Tra le pratiche elencate, ne segnalo due: la pratica dell’ascolto profondo e la meditazione dell’abbraccio.
La pratica dell’ascolto profondo, chiamata “Ricominciare da Capo”, consiste in una persona che parla e l’altro che ascolta in silenzio, e si snoda in tre fasi: prima di tutto si esprime apprezzamento per l’altro (senza adulazioni), poi rincrescimento per aver causato offesa all’altro, e infine dispiacere per un torto subito, con franchezza ma senza recriminazioni. L’ascolto profondo pone l’interlocutore in un atteggiamento di disponibilità ad alleviare la sofferenza dell’altra persona e non in un atteggiamento di opposizione o difesa.
La meditazione dell’abbraccio è una pratica di profonda comunicazione non verbale. “Quando ci abbracciamo i nostri cuori si connettono e ci accorgiamo di non essere individui separati. Abbracciarsi con consapevolezza può portare riconciliazione, guarigione, comprensione e molta felicità”. Si comincia con un inchino e ci si abbraccia per tre respiri profondi. Con il primo respiro siamo consapevoli e felici di essere nel momento presente. Con il secondo respiro siamo consapevoli che l’altra persona è presente e felice. Con il terzo siamo consapevoli che siamo insieme in questo preciso istante e su questa terra con un forte senso di gratitudine.
T.N.H. usa un linguaggio semplice, accessibile e, soprattutto, concreto, con l’aiuto di storie di vita vera e immagini tratte dal mondo visibile. E, in effetti, il suo modo di comunicare riflette il quattro criterio della comunicazione: “riflettere la verità assoluta”:

“Ci sono delle verità assolute, come quelle della non-nascita e non-morte. Che sono molto difficili da afferrare, nel nostro comune modo di pensare. E, tuttavia, se ci viene mostrato qualcosa di molto semplice, come una nuvola, possiamo afferrare, molto facilmente che una nuvola non nasce e non muore: cambia soltanto forma”.

 

L’arte di comunicare, Macro Edizioni

Qual è il modo migliore per dire quello che pensiamo affinché il nostro interlocutore ci comprenda davvero?Sfruttando la sua esperienza di lavoro con coppie, famiglie, colleghi di lavoro e intervenendo a favore della risoluzione dei conflitti internazionali, il celebre leader spirituale Thich Nhat Hanh ci rivela i cinque passi per ottenere una comunicazione veramente consapevole.

 

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